La sicurezza all’interno degli ospedali è diventata un tema cruciale dopo i recenti episodi di intrusione e aggressione verificatisi negli ultimi giorni in due strutture del Sistema Sanitario Nazionale a Sassari. Diversi tentativi di furto e di violenza hanno scosso il personale e i pazienti, sollevando interrogativi sulle misure di sicurezza adottate dalle strutture, che richiedono un’attenta riflessione e un’adeguata risposta delle autorità competenti.
Il travestimento da medico: un’azione audace e inquietante
In un episodio avvenuto la notte di giovedì 26, una donna ha tentato di infiltrarsi nel reparto di Neurologia dell’ospedale Palazzo Clemente Aou di Sassari, indossando un camice, una mascherina e una cuffietta chirurgica per spacciarsi per un operatore sanitario. Questo travestimento ha permesso alla falsa dottoressa di muoversi liberamente tra i pazienti, con l’intento di frugare negli armadietti e di rubare beni personali. Fortunatamente, il personale di guardia ha notato l’intrusa e ha immediatamente contattato il servizio di vigilanza e le forze dell’ordine.
Nonostante l’allerta, il tentativo di furto si è concluso con la fuga della donna, che prima di dileguarsi ha avuto il tempo di sottrarre un camice e una cuffia. Le immagini delle telecamere di sorveglianza sono ora oggetto di verifica da parte della direzione generale dell’ospedale, nella speranza di identificare la responsabile. Il medico di guardia ha presentato una denuncia alla Questura di Sassari, sottolineando che, al momento, non ci sono stati danni o sottrazioni di beni dei pazienti e degli operatori sanitari. I farmaci, custoditi sotto chiave secondo le normative, non sono stati toccati.
Aggressione in sala operatoria: un’altra incresciosa situazione
Un’altra incursione ha avuto luogo nei giorni scorsi presso la sala operatoria delle Cliniche Aou di Viale San Pietro. Un uomo, in cerca della sua ex compagna che lavorava in quel momento, ha aggredito un operatore ausiliario all’interno della sala per poi scatenare la sua furia, urlando il nome della donna, che era riuscita a rifugiarsi in una stanza chiusa a chiave per proteggersi. Nonostante la presenza di due guardie giurate, l’uomo non si è fermato e, all’arrivo dei carabinieri, si era già allontanato dal luogo. Tuttavia, il giorno successivo, ha mostrato il suo accanimento tornando nei pressi delle cliniche per vandalizzare l’auto della sua ex.
Questi eventi preoccupanti hanno spinto la direzione generale a prendere provvedimenti e collaborare attivamente con la polizia per risalire all’identità dei responsabili. Le aggressioni e i tentativi di furto hanno creato un clima di crescente ansia tra il personale sanitario, che si sente minacciato da possibili attacchi di estranei nel corso della loro attività lavorativa. Le istituzioni sono ora chiamate a garantire un ambiente più sicuro, rivedendo e potenziando le misure di sicurezza già esistenti, affinché tali incidenti non si ripetano.
Il quadro attuale evidenzia la necessità di un’azione coordinata tra le autorità sanitarie e quelle di pubblica sicurezza per tutelare il bene più prezioso, ovvero la salute e la sicurezza di pazienti e operatori del settore sanitario.