La tragedia familiare avvenuta a Nuoro ha scosso profondamente l’intera comunità, evidenziando il coraggio e la lucidità del giovane sopravvissuto. Il figlio di Roberto Gleboni, 14enne, è stato protagonista di un dramma che ha stravolto la sua vita e quella della sua famiglia. Dopo una serie di eventi che hanno portato a uno scenario di orrore, il ragazzo ha dovuto affrontare la difficile realtà di essere l’unico membro della sua famiglia a scampare a un attacco omicida perpetrato dal padre. A seguito di questa terribile esperienza, il supporto psicologico offerto dalla Asl e dal Comune sarà cruciale per il suo recupero.
L’orribile dramma in via Ichnusa
I fatti sono avvenuti in un’abitazione di Nuoro, in via Ichnusa, dove il 14enne ha assistito a un vero e proprio massacro. Secondo le ricostruzioni, il padre ha aperto il fuoco, uccidendo la madre, Giuseppina Massetti, la sorella, Martina, e il fratellino, Francesco, di soli 10 anni. Il ragazzo, invece, è riuscito a salvarsi mantenendo il sangue freddo e fingendo di essere morto. La scena che gli si è presentata davanti era devastante: il giovane ha trovato il coraggio di contattare le forze dell’ordine, contribuendo a far arrivare i soccorsi sul posto. Nel momento in cui gli agenti sono giunti, il ragazzo ha descritto la situazione di caos che regnava in casa, con grida e sangue ovunque. L’emergenza ha richiesto un’azione rapida da parte delle autorità, mentre la comunità di Nuoro si stringeva attorno alla famiglia colpita da questa tragedia.
Interventi immediati per il supporto psicologico
La responsabilità di accogliere e curare il giovane sopravvissuto è stata presa molto seriamente dalla Asl di Nuoro. Il direttore generale, Paolo Cannas, ha confermato che i professionisti della salute mentale sono stati prontamente attivati per fornire assistenza. È stato istituito un servizio di supporto psicologico che coinvolge vari specialisti, i quali lavoreranno sia con il ragazzo che con il personale che è intervenuto in questa drammatica vicenda. La Asl ha sottolineato l’importanza di un approccio immediato e sensibile, data la natura traumatica degli eventi. I professionisti si sono riuniti per gestire questa emergenza, affrontando l’impatto psicologico sugli operatori, che hanno vissuto in prima persona la gravità della situazione.
Il futuro del 14enne e la scelta del tutore
Mentre il giovane si trova ricoverato in ospedale, il suo futuro si presenta incerto e carico di sfide. Una volta dimesso, sarà fondamentale stabilire chi si prenderà cura di lui. Al momento, l’avvocato Antonio Cualbu è stato nominato tutore provvisorio dalla Procura. Si prevede che la famiglia della madre, con a capo la nonna Carmela, possa assumere la responsabilità di supportare il ragazzo. Tuttavia, l’iter burocratico e legale potrebbe presentare delle difficoltà, che si aggiungono al peso emotivo della situazione. In questo contesto, Cannas ha affermato l’impegno da parte della Asl e del Comune nel garantire le risorse necessarie per il recupero del 14enne. Il personale di assistenza sociale è già stato coinvolto nella ricerca di soluzioni sostenibili che possano aiutare il giovane a superare il trauma e a costruirsi un nuovo percorso di vita dopo la perdita della sua famiglia.