La fondazione Mont’e Prama promuove il patrimonio archeologico sardo a Parma

Il Circolo Culturale Grazia Deledda di Parma ospita un evento dedicato ai Giganti di Mont’e Prama, promuovendo la cultura sarda e il patrimonio storico-archeologico attraverso iniziative della Fondazione Mont’e Prama.
La fondazione Mont’e Prama promuove il patrimonio archeologico sardo a Parma - Nidi di Sardegna

A Parma, il Circolo Culturale Grazia Deledda ha aperto le porte alla seconda tappa del progetto di diffusione del patrimonio storico-archeologico curato dalla Fondazione Mont’e Prama. L’evento ha offerto un’importante occasione per esplorare e far conoscere al pubblico i tesori culturali della Sardegna, con particolare attenzione ai rinomati Giganti di Mont’e Prama, simbolo di un passato affascinante e ricco di storia.

Il valore della cultura sarda nel contesto nazionale

Massimiliano Testoni, presidente del Circolo Grazia Deledda, ha dato il benvenuto ai partecipanti sottolineando l’importanza del lavoro svolto dalla Fondazione Mont’e Prama. Testoni ha evidenziato come l’ente stia contribuendo a far conoscere le eccellenze storiche e archeologiche dell’isola, la cui rilevanza spesso non viene approfondita nei tradizionali percorsi scolastici. La presenza di numerosi visitatori ha dimostrato l’interesse crescente verso la cultura sarda e il patrimonio collettivo.

Anthony Muroni, presidente della Fondazione, ha colto l’occasione per esaltare la figura di Grazia Deledda nel centocinquantesimo anniversario dalla nascita, ricordando il suo ruolo significativo nella promozione della cultura sarda a livello internazionale. Durante il suo intervento, Muroni ha espresso gratitudine per l’accoglienza e l’attenzione dimostrate dal pubblico, testimoniando così il forte legame tra le comunità e il patrimonio culturale.

I Giganti di Mont’e Prama: un simbolo di identità culturale

Il convegno ha posto l’accento sul progetto di valorizzazione dei Giganti di Mont’e Prama, che rappresentano una delle scoperte archeologiche più significative della Sardegna e simbolo della sua civiltà nuragica. Muroni ha spiegato come la Fondazione, attiva dal 2021, stia perseguendo l’obiettivo di far conoscere al pubblico non solo questi monumenti, ma anche la storia di 7.000 anni che caratterizza il territorio di Cabras, dove sono stati ritrovati.

In un settore pubblico complesso, la Fondazione ha cercato di implementare un modello di gestione efficace, perseguendo il principio di rendere il patrimonio accessibile a tutti. Questo approccio non solo mira a incrementare il numero di visitatori, ma anche a fornire un’opportunità di crescita continua per l’intera comunità. L’accordo di cooperazione con il mondo dello sport, in particolare con Dinamo e Cagliari Calcio, rappresenta un’iniziativa innovativa per promuovere la cultura sarda anche tra i giovani appassionati di sport.

L’importanza dei circoli culturali: un esempio di cooperazione

Nel corso del convegno è emerso il fondamentale ruolo dei circoli culturali nella promozione dell’archeologia e della storia sarda. La Federazione delle Associazioni Sarde in Italia assume un’importanza strategica nel supportare iniziative di divulgazione culturale come quella proposta dalla Fondazione Mont’e Prama. Questo modello di collaborazione permette di raggiungere un pubblico più vasto, creando sinergie tra il patrimonio culturale e le comunità locali.

Giorgio Murru, direttore scientifico della Fondazione, ha approfondito il tema dei nuraghi nella sua presentazione, descrivendo come queste torri straordinarie rappresentino uno dei punti di forza dell’identità culturale sarda. Murru ha sottolineato l’unicità di queste strutture architettoniche e il loro legame con il paesaggio isolano, favorendo una riflessione sulla ricchezza della storia archeologica della Sardegna.

L’archeologia e il Parco Naturale del Sinis: un viaggio attraverso la storia

La conferenza ha visto anche un intervento dell’archeologa Ilaria Orri, che ha presentato un excursus sul Parco Archeologico Naturale del Sinis, un’area di grande valore storico e ambientale. Orri ha illustrato le peculiarità di questo territorio attraverso immagini evocative e una narrazione avvincente, facendo comprendere al pubblico l’importanza di preservare tali luoghi per le future generazioni.

La proiezione di immagini rappresentative della bellezza paesaggistica e della ricchezza archeologica ha attirato l’attenzione dei partecipanti, rendendo evidente il legame tra le comunità locali e il loro patrimonio culturale. Grazie a eventi come questo, si continua a costruire un ponte tra passato e presente, valorizzando la storia e l’identità della Sardegna.

Un’affermazione chiara emerge da questo incontro: il dialogo tra cultura e comunità è la chiave per un futuro che riconosca e celebri il proprio patrimonio, contribuendo a una crescita culturale e turistica sostenibile.

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