Baiano critica il livello della Conference League e analizza la Fiorentina

Francesco Baiano critica la Conference League, confrontandola con la storica Coppa delle Coppe, e analizza le dinamiche della Fiorentina, evidenziando l’importanza di Bove e le scelte tattiche dell’allenatore.
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Nel mondo del calcio, le opinioni di ex calciatori pesano e Francesco “Ciccio” Baiano, storica figura della Fiorentina, non ha risparmiato critiche sulla competizione della Conference League durante un’intervista a Radio FirenzeViola. Con uno sguardo profondo sull’attuale situazione della squadra e un confronto con le competizioni del passato, Baiano offre spunti che non mancheranno di far discutere i tifosi.

La Fiorentina e il percorso in Conference League

Francesco Baiano ha iniziato la sua analisi parlando della vittoria della Fiorentina contro il Benfica, sottolineando che quella partita ha rappresentato un momento di grande gioia. Tuttavia, ha anche evidenziato come l’assenza del leggendario attaccante Gabriel Batistuta abbia influito sulla performance della squadra. “Ci sono stati pochi assist, di solito ero io a fornire supporto a Bati, ma in quella situazione, la pressione è aumentata,” ha detto Baiano, riflettendo sia sulla storia che sul presente della Fiorentina.

Guardando alla gara di stasera contro il Vitória Guimarães, l’ex calciatore ha sostenuto che la Fiorentina arriva in buone condizioni. Ha notato che il Vitória si attesta al sesto posto nel campionato portoghese, ritenendo che vincere in trasferta non sia mai facile. Tuttavia, Baiano ha affermato che sulla carta la Fiorentina non ha rivali, evidenziando un problema di spessore nella Conference League. “Le differenze tra le squadre partecipanti sono evidenti e spesso imbarazzanti. Fiorentina-LASK è un chiaro esempio: sembrava una sfida tra dilettanti e una squadra vera,” ha dichiarato il calciatore.

Il confronto con la Coppa delle Coppe

Entrando nel merito della Conference League, Baiano ha espresso la sua opinione su come questa competizione non regga il confronto con la storica Coppa delle Coppe. Secondo lui, la nuova competizione si è creata per accontentare varie squadre, ma non ha lo stesso fascino. Ha menzionato la squadra del Pafos, sottolineando che non erano nemmeno conosciuti nel panorama calcistico, il che spiega la debolezza del torneo.

“È difficile trovare squadre di valore che attirino e coinvolgano i tifosi,” ha affermato, lasciando intendere che manchi un certo livello di competizione. La riflessione di Baiano mette in evidenza una frustrazione comune tra i tifosi, che sognano un calcio più avvincente rispetto a quello che la Conference potrebbe offrire.

La posizione di Beltrán e la strategia di gioco

Baiano ha poi toccato un tema delicato, quello della predisposizione dei giocatori a ricoprire ruoli diversi nel campo. Dopo aver ascoltato commenti dell’allenatore Palladino sulla possibilità di utilizzare Beltrán come esterno sinistro, Baiano ha dichiarato che anche se nel calcio è possibile adattarsi, il pensiero dell’allenatore è di primaria importanza. Ha suggerito che giocatori come Beltrán dovrebbero essere utilizzati nei ruoli dove riescono a esprimere al meglio le loro capacità.

Con l’arrivo delle festività natalizie, Baiano ha proposto idee su come far convivere Beltrán e Gudmundsson nella formazione titolare. A suo avviso, un cambiamento di modulo potrebbe essere utile, ma ha cautamente indicato che l’esclusione di Colpani, un giocatore molto apprezzato da Palladino, potrebbe rivelarsi problematica. Le dinamiche all’interno della rosa sono fondamentali, ed è chiaro che ogni scelta dell’allenatore potrebbe influenzare l’equilibrio del gruppo.

L’equilibrio del centrocampo senza Bove

Infine, Baiano si è concentrato sulla mancanza di Bove, un giocatore che ha dimostrato di essere cruciale per l’equilibrio del centrocampo. “Nessuno può sostituire Bove in termini di caratteristiche. La squadra dovrà adattarsi e cambiare strategia, in particolar modo nella fase di non possesso,” ha osservato l’ex attaccante. Con questa affermazione, ha evidenziato la difficoltà di trovare un sostituto adeguato, sottolineando quanto sia importante il contributo individuale di ciascun atleta nella costruzione di un collettivo forte e competitivo.

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