Ozieri: assolte le medico accusate nella morte del bambino di 17 mesi

Il tribunale di Sassari assolve le dottoresse Deledda e Sini, accusate di negligenza nella morte del bambino Gian Piero Corrò, chiudendo un caso che ha scosso la comunità locale.
Ozieri: assolte le medico accusate nella morte del bambino di 17 mesi - Nidi di Sardegna

La sentenza del tribunale di Sassari ha scagionato le due dottoresse dell’ospedale di Ozieri, accusate di negligenza nella cura di Gian Piero Corrò, un bambino di 17 mesi deceduto nel 2018. La decisione mette fine a un caso che ha tenuto la comunità locale in attesa di chiarimenti e giustizia.

Il caso gian piero corrò e le accuse

Il 28 febbraio 2018, Gian Piero Corrò, bambino di Alà dei Sardi, è stato portato al pronto soccorso dell’ospedale “Segni” di Ozieri dai genitori, visibilmente preoccupati per la febbre alta del piccolo. Durante la visita, i medici presenti, la dottoressa Grazia Stefania Deledda e la dottoressa Alessandra Sini, hanno effettuato una diagnosi ritenuta inizialmente appropriata, identificando una forma influenzale e complicazioni dovute a una tonsillite. Tuttavia, dopo aver somministrato una terapia che includeva antibiotici e tachipirina, il piccolo è stato dimesso, sollevando interrogativi sulla qualità delle cure ricevute.

Pochissime ore dopo, la situazione di Gian Piero è drasticamente peggiorata. I genitori, preoccupati dell’aggravarsi delle condizioni di salute del bambino, hanno contattato la guardia medica e successivamente il servizio di emergenza 118. Tuttavia, nonostante gli sforzi compiuti, il bambino è deceduto poco dopo il richiamo al soccorso, colpito da una polmonite fulminante. Questo tragico episodio ha portato i genitori a richiedere giustizia, dando il via a un’inchiesta da parte della Procura.

La gravità delle accuse ha costretto le due dottoresse a difendersi in un processo che ha preso avvio, sollevando dibattiti sulla responsabilità dei professionisti della salute e sul rispetto delle procedure mediche.

La sentenza e la difesa delle dottoresse

Oggi il tribunale di Sassari ha pronunciato una sentenza di assoluzione per le dottoresse Deledda e Sini. Il giudice monocratico, Antonello Spanu, ha stabilito che il fatto non sussiste, confermando la validità delle diagnosi e il trattamento riservato al bambino all’epoca della sua visita. Gli avvocati delle professioniste, Paolo Spano, Nicola Satta e Marco Manelli, hanno sottolineato l’importanza della decisione, sentendo la necessità di difendere l’onore e la professionalità delle loro assistite.

Le dottoresse si erano sempre dichiarate innocenti, affermando di aver agito nel rispetto delle procedure mediche e di aver fornito le cure adeguate in base ai sintomi presentati all’epoca. L’assoluzione rappresenta non solo una liberazione per loro, ma anche un messaggio significativo riguardo alla responsabilità professionale nel contesto della medicina.

Il processo ha evidenziato anche la complessità delle diagnosi mediche, in particolare in situazioni d’emergenza. La sentenza finale chiude un capitolo doloroso per la famiglia di Gian Piero, ma apre anche un dibattito più ampio sulle dinamiche della responsabilità dei medici e sulla questione della sicurezza in ambito sanitario.

Riflessioni sulla responsabilità medica e l’assistenza sanitaria

La vicenda di Gian Piero Corrò e il processo contro le dottoresse Deledda e Sini sollevano interrogativi fondamentali sulla responsabilità nella pratica medica. Quando si tratta di diagnosi e trattamento, i professionisti della salute si trovano spesso a dover prendere decisioni rapide basate su sintomi che possono evolvere in modo imprevedibile. Questa complessità si riflette in una giurisprudenza che deve bilanciare il rispetto dell’autonomia professionale con la necessità di proteggere i pazienti.

Il caso evidenzia anche la necessità di una formazione continua per i medici e di un sistema di supporto che consenta ai professionisti di affrontare situazioni di emergenza con sicurezza. La morte di Gian Piero ha lasciato una ferita profonda nei cuori dei suoi cari e nella comunità, ma evidenzia anche l’importanza di riflessioni costanti sulla qualità dell’assistenza sanitaria.

La salute è un fattore cruciale per il benessere della società, e ogni errore può avere conseguenze devastanti. È essenziale che le istituzioni sanitarie garantiscano che il personale medico sia sempre aggiornato e ben preparato, riducendo al minimo certi rischi e migliorando la fiducia da parte dei pazienti nei confronti del sistema sanitario.

La vicenda rimarrà un richiamo alla responsabilità per tutti gli attori coinvolti nel campo della salute.

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