Sport a rischio ad Arbus: la chiusura del palazzetto dello sport frena il mini basket

La chiusura del palazzetto dello sport di Arbus compromette la partecipazione dei giovani atleti ai campionati, suscitando polemiche tra dirigenti e genitori per la gestione della struttura.
Sport a rischio ad Arbus: la chiusura del palazzetto dello sport frena il mini basket - Nidi di Sardegna

Una situazione di forte disagio per i giovani sportivi del Centro Sportivo Mini Basket di Arbus si è delineata a causa della mancata apertura del palazzetto dello sport. L’impossibilità di accedere a questa struttura ha compromesso la partecipazione dei ragazzi ai campionati federali, il cui termine di iscrizione è scaduto lo scorso settembre. Questo caso ha sollevato diverse polemiche, con dirigenti sportivi e genitori che chiedono spiegazioni sulla gestione di un impianto così costoso e dal valore inestimabile per la comunità locale.

Le conseguenze della chiusura del palazzetto

Carlo Vinci, dirigente responsabile dell’associazione Pallacanestro Arbus, non può nascondere il suo dispiacere riguardo alla situazione. “Il fermo dei campionati si sarebbe potuto evitare se il Comune avesse predisposto in tempo utile il bando per l’assegnazione della struttura,” afferma Vinci. Ancora più preoccupante è il fatto che, nonostante il palazzetto esista, i ragazzi e le loro famiglie si trovano in una condizione di stallo. Il presidente dell’associazione, Agostino Pilia, esprime la sua amarezza: “Negli scorsi anni avevamo 44 iscritti, ma con la chiusura del palazzetto, solo 15 ragazzini stanno oggi frequentando gli allenamenti in un campo all’aperto, sebbene le condizioni meteorologiche siano favorevoli.”

Da oltre due milioni di euro di investimento pubblico per costruire l’impianto, la comunità si trova ora a dover fare i conti con una struttura inutilizzata e con la preclusione della partecipazione ai campionati. Pilia si chiede come possa rimanere chiuso un impianto così costoso, al servizio della comunità. “Non si comprende perché il palazzetto non possa rimanere aperto tutto l’anno, soprattutto per chi è in regola con il Coni e la federazione di appartenenza,” aggiunge il presidente.

La reazione della comunità sportiva

Le proteste non si sono fatte attendere, e sono aumentate sia da parte degli sportivi sia dei genitori. I cittadini di Arbus sentono di aver subito un torto e ritengono che la chiusura del palazzetto stia danneggiando il futuro sportivo dei loro figli. Maristella Pitzalis, una madre preoccupata, osserva che sport come il basket e il nuoto sono aspetti fondamentali per il benessere dei ragazzi, raccomandati anche da esperti in medicina ortopedica. “Non possiamo permettere che in attesa di avere la struttura appropriata, i ragazzi si orientino verso attività diverse,” spiega con rassegnazione. Non è solo un danno culturale quello che si vive; il rischio è che i più giovani possano abbandonare queste passioni.

Carlo Vinci ricorda che, prima dell’apertura del palazzetto, i ragazzi erano costretti a recarsi in altre città per allenarsi, un impegno che comportava non solo fatica, ma anche spese economiche per le famiglie. “Non vogliamo tornare indietro, abbiamo bisogno di spazio al chiuso per le nostre attività,” afferma con determinazione.

La gestione comunale e il futuro dello sport

L’assessore allo Sport, Simone Murtas, ha risposto alle accuse spiegando che il ritardo del bando per l’assegnazione del palazzetto è stato causato dall’assenza del segretario comunale. “Ciò è occorso per rispettare un regolamento che garantisce a tutte le società l’accesso alle strutture sportive,” ha chiarito Murtas. Tuttavia, la responsabilità della situazione trova spazio in una continua e complessa interazione tra le necessità delle associazioni e il rispetto delle procedure burocratiche.

Il Comune ha recentemente pubblicato il bando, la cui scadenza è fissata al 10 ottobre, ma l’arrivo tardivo di questa opportunità è stato accolto con scetticismo. “Sa di beffa,” ribadisce Pilia, sottolineando che le sollecitazioni sono state inviate agli uffici sin dal mese di luglio. Con due mesi di allenamenti persi già accumulati, i dirigenti sportivi temono che l’assegnazione della struttura, se avvenisse, non riuscirebbe a compensare il tempo perduto.

L’amministrazione comunale auspica una cooperazione costruttiva per risolvere le problematiche legate allo sport nella comunità. Tuttavia, l’attenzione degli sportivi rimane concentrata sulla necessità impellente di riattivare l’uso del palazzetto per il bene delle future generazioni e la promozione sportiva nel territorio.

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