Tempio: Indagini svelano intrecci tra calcio, mafia e chioschi in Costa Smeralda

Indagini a Tempio rivelano un intreccio di violenza tra ultras e mafia in Costa Smeralda, creando tensioni per gli imprenditori locali e minacciando la sicurezza della comunità.
Tempio: Indagini svelano intrecci tra calcio, mafia e chioschi in Costa Smeralda - Nidi di Sardegna

Le indagini in corso a Tempio, in Gallura, rivelano un caos crescente nel litorale di Arzachena, dove le tensioni tra ultras calcistici e interessi illeciti si intrecciano con la vita quotidiana degli imprenditori locali. Un’inchiesta che ha avuto origine dalla violenza nel calcio sta portando alla luce attività mafiose e conflitti di potere, creando un clima di paura e incertezza per gli operatori della costa. Le voci di mafia, che sembravano lontane dai paradisi turistici di lusso, ora si fanno sempre più pressanti, coinvolgendo nomi noti e rivelando storie di soprusi e minacce.

Ulteriori sviluppi sull’inchiesta

Da diverse settimane, le forze dell’ordine stanno conducendo un’inchiesta su attività di stampo mafioso a Tempio. I fascicoli, che già esaminavano incendi e distruzioni di strutture, hanno preso una piega inaspettata quando sono emersi collegamenti tra questi episodi e figure legate alla ‘ndrangheta. I magistrati, guidati da Marcello Viola, hanno evidenziato che l’organizzazione operava con metodi mafiosi non solo in Calabria, ma anche nel lussuoso contesto della Costa Smeralda.

L’azione delle autorità giunge a seguito dell’arresto degli ultrà della curva Nord dell’Inter e dei loro alleati del Milan, mentre le indagini si allargano fino a Porto Cervo. Il procuratore Gregorio Capasso ha già acquisito diversi documenti, e le intercettazioni rivelano nomi di spicco come Andrea Beretta, attualmente in carcere con accuse di omicidio, e Antonio Bellocco, la cui morte ha segnato un triste capitolo di questa intricata trama. La situazione espone chiaramente la volatilità del denaro nei luoghi di lusso, con coloro che affermano che “i soldi in Costa Smeralda si spostano con la pala“.

Personaggi chiave nell’inchiesta

Le indagini hanno fatto emergere un quadro complesso di connessioni tra le bande milanesi e romane che operano sotto il sole della Costa Smeralda. Fra i protagonisti c’è Leopoldo Cobianchi, noto ultrà laziale, citato dai PM per il suo interesse per il chiosco Elephant di Liscia Ruja, ma non sotto inchiesta. Coprendosi dietro amicizie influenti come quella con Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik e assassinato, Cobianchi rappresenta un pezzo chiave di un mosaico criminale più ampio.

Un altro attore in scena è Orial Kolaj, ex pugile, che pur non essendo indagato è stato intercettato mentre si interessava di concessioni e tentativi di ingresso nei chioschi locali. Questi soggetti, e altri ancora, stanno ricostruendo un panorama di potere che va oltre la gestione di bar e ristoranti, insinuandosi nel tessuto commerciale della Gallura e minacciando lo sviluppo economico legittimo della regione.

Il dramma delle vittime locali

La tensione tra gli ultrà e i gruppi romani ha avuto conseguenze devastanti per gli imprenditori locali, considerati semplici pedoni in una guerra per il controllo economico. Domenico Pincioni, un imprenditore di Arzachena, si è ritrovato bloccato tra gli interessi conflittuali delle bande, vivendo un dramma quotidiano mentre cercava di mantenere le sue attività in sicurezza.

La pressione non si ferma qui; gli ultrà avrebbero puntato l’attenzione su attività che appartenevano a figure pubbliche come l’ex sindaco Alberto Ragnedda e l’ex assessore Fabrizio Azara, cercando di ottenere il controllo su chioschi ambiti. Queste manovre hanno portato anche a tentativi di intimidazione, con una spedizione punitiva progettata contro Salvatore De Turco, che ha avuto il coraggio di affrontare tali minacce senza cedere al panico, rappresentando così un faro di resistenza in un contesto di paura.

Un contesto complesso e preoccupante

La Costa Smeralda, conosciuta per la sua bellezza naturale e per attrarre turisti da ogni parte del mondo, sta lottando contro un crescente fenomeno di criminalità organizzata che potrebbe compromettere la sua immagine. Nonostante la bellezza dei paesaggi e l’appeal delle località, gli sviluppi recenti dimostrano che dietro la facciata turistica si celano storie di violenza e intimidazione.

Le indagini in corso a Tempio non solo cercano di portare alla luce questi eventi, ma anche di restituire un senso di sicurezza a una comunità che teme per il proprio futuro. La lotta contro queste organizzazioni criminali richiede un impegno collettivo da parte delle autorità e dei cittadini, affinché l’identità della Costa Smeralda possa rimanere intatta, lontana da influssi esterni che potrebbero minarla. La strada per il ripristino della legalità e della sicurezza è lunga, ma la visibilità di questi conflitti potrebbe essere il primo passo per affrontare una questione che coinvolge la vita di molti.

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