Nei corridoi del Palazzo del Consiglio regionale, le voci del popolo di Pratobello risuonano forti e chiare, mentre le finestre non riescono a trattenere gli slogan che echeggiano all’esterno. Un “no all’ennesima servitù nella nostra Isola” si fa sentire distintamente mentre al piano terra i rappresentanti dei comitati consegnano scatoloni colmi di firme. Con 210.729 sostenitori alle spalle, il progetto di legge Pratobello 24 sta mobilitando le forze politiche e i cittadini sardi, suscitando dibattiti accesi e confronti tra maggioranza e opposizione.
La ricezione del presidente Comandini
Il presidente dell’Aula, Piero Comandini, insieme a membri chiave dell’ufficio di presidenza come il vicepresidente Giuseppe Frau e il questore Gianluigi Rubiu, ha incontrato una delegazione rappresentativa dei comitati. Comandini ha commentato l’importanza di tale incontro, riconoscendo il lavoro fatto dai comitati e sottolineando la necessità di un dialogo aperto. Tuttavia, dinanzi alla richiesta di accelerare il percorso del progetto di legge, il presidente ha informato che seguirà l’iter ordinario, senza concedere la procedura d’urgenza prevista dall’articolo 102 del regolamento del Consiglio regionale. Questo ha dimostrato un orientamento chiaro: i tempi per il dibattito politico saranno rispettati, e la revisione delle firme sarà effettuata prima che il progetto passi alle fasi successive.
Fasi e iter legislativo
Sebbene la mobilitazione cittadina rappresenti un forte segnale, il presidente Comandini ha chiarito che siamo ancora in una fase di verifica delle firme. Una volta completata questa fase, si aprirà un dibattito politico sul modo migliore per affrontare la questione. La Legge 5, già discussa in Aula e che abbraccia i principi alla base di Pratobello 24, è un punto di partenza per il confronto, ma le differenze tra i gruppi politici rimangono. Comandini ha promesso che l’Aula risponderà alla mobilitazione, pur riconoscendo che l’iter legislativo richiederà tempo. I rappresentanti dei comitati, dal canto loro, hanno sperato in un colloquio con i capigruppo per promuovere la causa della procedura d’urgenza, ma tale richiesta non ha trovato sostegno; hanno potuto interfacciarsi solo con alcuni consiglieri del centrosinistra.
Divergenze politiche e reazioni dell’opposizione
La posizione della maggioranza appare divisa in merito alla richiesta di un’accelerazione del processo legislativo. Diverse anime della coalizione si sono espressi, evidenziando che la politica deve ascoltare il sentimento del popolo. L’esponente del gruppo Progressisti, Francesco Agus, ha suggerito che “il testo è perfettibile” e che il miglior percorso è quello della Commissione, preferibilmente con rapidità. Questo suggerisce che c’è una apertura al dialogo, ma non altrettanto all’immediata escalation della discussione.
Al contrario, l’opposizione, con l’excite di Michele Pais della Lega, ha interpretato le dichiarazioni del Campo largo come un segnale d’insofferenza nei confronti della proposta. Il coordinatore regionale ha denunciato il rifiuto di calendarizzare un’iniziativa sostenuta da oltre 200mila sardi, considerandola un tradimento democratico e un atto di chiara ambiguità da parte della maggioranza.
Richieste e prossimi passi per il Consiglio
Nel mentre, il fronte della minoranza si è compatto nel chiedere che il progetto di legge Pratobello 24 venga messo in cima all’agenda del Consiglio. Nelle ultime dichiarazioni, i rappresentanti di Forza Italia, Lega e Sardegna al centro 20Venti hanno ribadito la necessità di portare il tema all’attenzione prioritaria dell’Aula. Ora, gli uffici del Consiglio sono impegnati nella verifica della regolarità delle firme presentate. È plausibile che il conteggio si attesti su un minimo di 10mila sottoscrizioni, sufficienti per accelerare il processo, consentendo al tempo stesso alle altre 200mila firme di rimanere a testimoniare una delle più significative mobilitazioni della storia dell’Isola.
La questione di Pratobello 24 non è solo un semplice progetto di legge, ma rappresenta un forte desiderio di partecipazione e di protezione del territorio da ogni forma di speculazione. Il prossimo passo sarà cruciale per determinare se e come il Consiglio regionale fronteggiarà questa massiccia richiesta.