Mistero intorno alla morte del carabiniere Giuseppe Maio durante una cena in Tunisia

Giuseppe Maio, ex carabiniere di 62 anni, muore misteriosamente a Hammamet dopo aver ingerito un liquore artigianale. Indagini in corso su possibili legami con attività illecite tra i commensali.
Mistero intorno alla morte del carabiniere Giuseppe Maio durante una cena in Tunisia - Nidi di Sardegna

Il 21 settembre scorso, Giuseppe Maio, un ex carabiniere di 62 anni, ha trovato la morte in circostanze misteriose durante una cena tra amici a Hammamet, in Tunisia. Uomo di origini siciliane ma algherese di adozione, Maio aveva trascorso 30 anni indossando con orgoglio la divisa dell’Arma dei Carabinieri ad Alghero. Con la sua carriera nel passato, sognava di godere di una meritata pensione tra la sua patria italiana e la Tunisia, luogo dove spesso si ritirava per trascorrere momenti di relax. Tuttavia, questa volta la sua visita si è trasformata in una tragica fatalità.

Un improvviso malore durante una cena con amici

Durante una cena in compagnia di ex militari e agenti dell’intelligence italiana, Maio ha ingerito un liquore artigianale, simile a un nocino, ottenuto dalla macerazione dei noccioli di pesco. Poco dopo, ha cominciato a sentirsi male, un malore che non solo ha colpito lui, ma anche altri tre italiani presenti alla cena, che hanno manifestato sintomi di avvelenamento. La situazione ha richiesto un intervento immediato: tutti gli invitati sono stati trasportati con urgenza all’ospedale di Tunisi. Purtroppo, Giuseppe Maio non ce l’ha fatta, mentre uno degli altri partecipanti è stato posto in coma farmacologico a causa della gravità delle condizioni. Gli inquirenti di Hammamet hanno inizialmente classificato la vicenda come un incidente, senza escludere ulteriori approfondimenti sulle cause dell’avvelenamento.

Chi era Giuseppe Maio e il suo legame con Alghero

Giuseppe Maio, un carabiniere rispettato e ben voluto ad Alghero, è stato un simbolo di dedizione e serietà professionale per oltre tre decenni. Nato in Sicilia, si era trasferito in Sardegna, dove aveva messo radici. I suoi colleghi e amici lo ricordano come una persona disponibile e sempre pronta ad aiutare. Dopo il suo pensionamento, Maio aveva programmato di trascorrere il tempo tra la sua città natale e la Tunisia, terra che aveva imparato ad amare. In effetti, il suo sogno di una vita serena si è trasformato in un incubo, lasciando i familiari e la comunità in profondissimo lutto.

Indagini e collegamenti con attività illecite

Il giallo che avvolge la morte di Maio si infittisce con dettagli che coinvolgono alcuni dei commensali. Alcuni di loro, secondo le indagini, erano stati coinvolti nell’arresto di Angelo Salvatore Stracuzzi, un latitante noto per attività illecite e connesso al traffico di calcestruzzo, avvenuto poco prima della cena. Questa operazione era stata condotta dal nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo e dalla Direzione distrettuale antimafia, in collaborazione con Interpol. Anche se si sta cercando di fare chiarezza sulle dinamiche della cena fatale, i legami di Giuseppe Maio e degli altri partecipanti con il mondo della giustizia e delle forze dell’ordine pongono interrogativi sulla vera natura degli eventi avvenuti quella sera.

Il rientro della salma e la reazione della comunità locale

Nonostante il dramma vissuto dalla famiglia e dalla comunità di Alghero, la salma di Giuseppe Maio non è ancora rientrata in patria. Le autorità stanno gestendo le pratiche burocratiche e le indagini sono in pieno svolgimento, per cercare di chiarire alla famiglia e all’intera comunità le circostanze di questa tragica fine. In attesa di sapere cosa sia realmente accaduto quella sera a Hammamet, tanti sono i messaggi di solidarietà e cordoglio che stanno giungendo dalla Sardegna. La memoria di Maio rimarrà viva nei cuori di chi lo ha conosciuto e ammirato nello svolgimento del suo dovere come carabiniere.

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