La situazione riguardante la diffusione della lingua blu in Sardegna continua a destare preoccupazione. Le ultime statistiche, elaborate dall’Istituto zooprofilattico, confermano la gravità del fenomeno che ha colpito principalmente gli ovini, con un numero complessivo di focolai che ha superato i 2.700. Con 102.729 casi accertati e oltre 17.700 capi morti, le autorità sanitarie locali sono state costrette a intervenire con misure rigide per arginare il contagio.
Focolai nella regione: il quadro dettagliato
La diffusione della lingua blu ha registrato un picco allarmante, con il Sassarese al primo posto per numero di focolai accertati, totalizzando 637 casi. A seguire, l’Oristanese conta 557 focolai, mentre il Cagliaritano e il Nuorese si attestano a 449 e 435 rispettivamente. Questi dati, che evidenziano un’epidemia in pieno corso, suggeriscono una necessità urgente di misure preventive per proteggere gli allevamenti e garantire la salute degli animali.
La malattia, causata da un virus trasmesso da insetti ematofagi, ha un impatto devastante sugli allevamenti ovini, già messi a dura prova da condizioni climatiche avverse e altre problematiche economiche. Le conseguenze di questi focolai non si limitano solamente al benessere degli animali, ma si estendono anche all’economia locale, colpendo un settore cruciale per la Sardegna, noto per la qualità dei suoi prodotti caseari e delle carni.
Misure cautelari adottate dall’ASL 5 di Oristano
In risposta alla grave emergenza, l’ASL 5 di Oristano ha rilasciato una nota in cui vengono ribadite le misure cautelari da attuare per frenare l’espansione del virus. Nella comunicazione si specifica che, entro i confini provinciali, le movimentazioni di ovini, caprini e bovini non interessati da focolai sono consentite, purché gli animali siano clinicamente sani al momento del trasporto e abbiano ricevuto l’approvazione della ASL.
Le disposizioni sono particolarmente rigorose per il trasporto verso zone esenti da circolazione virale. È necessaria una coordinazione preventiva tra i servizi veterinari di partenza e di destinazione, con un preavviso di almeno 48 ore per la movimentazione degli animali. Ulteriori restrizioni prevedono che i capi non mostrino segni clinici della malattia nelle 24 ore precedenti alla partenza e che siano vaccinati, oppure trattati con insetticidi per prevenire infestazioni.
Interventi straordinari per limitare la diffusione
In un ulteriore tentativo di contenere la situazione, l’ASL ha sottolineato l’importanza del trattamento dei mezzi di trasporto con insetticidi. Gli animali destinati alla macellazione devono essere abbattuti entro 24 ore dal loro arrivo al macello, assicurando che non vi sia tempo sufficiente affinché possano manifestarsi sintomi di contagio.
Queste misure straordinarie sono fondamentali non solo per prevenire una diffusione ulteriore della malattia, ma anche per tutelare gli allevatori e garantire loro forme di sostegno adeguate. Gli allevamenti, sebbene capaci di rispettare rigorose linee guida sanitarie, si trovano sotto continua pressione per gestire un’epidemia così diffusa e senza precedenti.
L’attenzione rimane alta mentre le autorità sanitarie monitorano la situazione da vicino, impegnandosi a garantire che ogni provvedimento necessario venga messo in atto per tutelare la salute animale e la sicurezza alimentare della regione.