Crescente degrado ambientale alla Sella del Diavolo: l’allerta degli ecologisti

Il degrado della Sella del Diavolo, ecosistema protetto a Cagliari, è aggravato dall’attività di mountain bike e dalla mancanza di interventi adeguati da parte delle autorità locali.
Crescente degrado ambientale alla Sella del Diavolo: l’allerta degli ecologisti - Nidi di Sardegna

L’area della Sella del Diavolo, un prezioso ecosistema protetto situato nella regione di Cagliari, sta subendo un grave degrado a causa di attività legate alla mountain bike. Gli ecologisti del GRIG hanno sollevato preoccupazioni riguardo a interventi dannosi che mettono a rischio la vegetazione mediterranea locale. Il problema si aggrava ulteriormente con l’assenza di risposte adeguate da parte delle autorità competenti, alimentando il dibattito sulla gestione della tutela ambientale.

Attività di disboscamento e conseguenze per l’ecosistema

Negli ultimi giorni, la Sella del Diavolo ha visto aumentare l’attività di taglio della vegetazione mediterranea. Questi interventi sono finalizzati all’apertura di nuove piste per mountain bike, ma suscitano gravi preoccupazioni tra gli esperti di ambiente. Secondo quanto denunciato da Stefano Deliperi, rappresentante del GRIG, i danni causati a questa area protetta sono significativi. Le nuove tracce di ciclisti, le strutture improvvisate come trampolini per salti e il conseguente aumento dell’erosione del suolo hanno creato uno scenario allarmante.

L’impatto di tali attività sull’ecosistema è notevole, poiché la vegetazione mediterranea è già sotto pressione a causa di fattori climatici e antropici. L’erosione del suolo non solo compromette la flora locale, ma può anche alterare il microclima dell’area, rendendo più difficile la sua ripresa naturale. I ciclisti, pur godendo delle bellezze naturali della zona, sembrano non considerare le conseguenze delle loro azioni, lasciando dietro di sé un habitat in declino.

La mancanza di azioni da parte delle autorità

Uno degli aspetti più critici evidenziati dagli ecologisti è l’inadeguatezza delle risposte da parte delle autorità locali, in particolare della Regione e del Comune di Cagliari. Malgrado la presenza di pericoli evidenti e di precisi obblighi di salvaguardia ereditati dall’Unione Europea, le istituzioni sembrano astenersi dall’azione. Secondo Deliperi, sembra che le autorità competenti “dormano i sonni dell’ignavia” e non prendano provvedimenti concreti per tutelare un bene ambientale di così grande valore.

Tale inerzia solleva interrogativi significativi sulla pianificazione e sull’attuazione dei piani di gestione previsti per l’area. Sebbene offrano una garanzia di tutela “sulla carta”, i piani non hanno visto misure concrete che possano offrire un’effettiva protezione. Molti temono che l’assenza di iniziative attive porti a un ulteriore deterioramento della situazione, compromettendo non solo l’ambiente, ma anche le possibilità di un sano svago per i cittadini e i turisti.

Necessità di un divieto temporaneo per il transito con mountain bike

In risposta alla preoccupante situazione, il GRIG ha proposto misure più incisive, come un divieto temporaneo di transito alle mountain bike. Tale provvedimento, già previsto nei piani di gestione, potrebbe costituire una prima e necessaria misura di emergenza per preservare la vegetazione e limitare l’erosione del suolo.

Benché il divieto possa risultare impopolare tra alcuni appassionati di ciclismo, la priorità deve rimanere la salvaguardia dell’ecosistema. Affinché questo divieto possa essere efficace, è fondamentale che venga accompagnato da un monitoraggio attento della situazione e da campagne di sensibilizzazione destinate a educare i ciclisti sulla necessità di preservare l’ambiente. Solo in questo modo si potrà garantire un futuro sostenibile per l’area della Sella del Diavolo, consentendo a tutti di goderne senza mettere a rischio la biodiversità e l’equilibrio naturale.

Add a comment

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *